Normal people

(Normal People)

Regia di Lenny Abrahamson, Hettie McDonald

con Daisy Edgar-Jones (Marianne Sheridan), Paul Mescal (Connell Waldron), Sarah Greene (Lorraine Waldron), Aislin McGuckin (Denise Sheridan), Eanna Hardwick (Rob Hegarty), Frank Blake (Alan Sheridan), Eliot Salt (Joanna), India Mullen (Peggy), Desmond Eastwood (Niall).

PAESE: Irlanda, Gran Bretagna, USA 2020
GENERE: Sentimentale
DURATA: 12 episodi da 30’ circa

Tormentata storia d’amore tra Marianne e Connell, lei figlia di una famiglia ricca che però non le vuole bene e lui aspirante scrittore di umili origini. Dopo essersi conosciuti – e innamorati – a scuola, nella piccola contea di Sligo, entrambi partono per Dublino per l’università. Nonostante diverse vicissitudini, incomprensioni, altri partner, sembrano non riuscire a fare a meno l’una dell’altro…

Dal romanzo best-seller Normal People (2018) dell’irlandese Sally Rooney (classe 1991), che ne ha anche curato la trasposizione televisiva con Alice Birch e Mark O’Rowe, una delle serie TV più interessanti e inaspettate del 2020, prodotta da Element Pictures per BBC Three e Hulu. Come suggerisce il titolo non è che la storia di due persone normali, archetipiche, raccontate però in tutta la loro straordinarietà: perchè se è NORMALE che le cose vadano in un certo modo, nei sentimenti come nel passaggio all’età adulta, per chi vive quelle cose per la prima volta non c’è davvero nulla di normale, anzi; tutto diventa di colpo anormale, straordinario, per molti versi spaesante. Ed è proprio questo che il romanzo, e la serie, vogliono raccontare. Due vite che potrebbero essere quelle di chiunque di noi, vite che per un certo tipo d’intrattenimento odierno, fatto di seni ingombranti, violenza, inseguimenti e sparatorie, non varrebbero nemmeno la pena di essere raccontate, mentre invece sono così vere, universali e coinvolgenti da DOVER essere raccontate. Perchè l’azione più burrascosa è, in fondo, proprio quella che abbiamo dentro di noi. Insomma, Normal people è un teen-drama soltanto nella sinossi, perchè non possiede davvero nessun clichè del teen drama visto finora, lontanissima dalle mode eppure vicinissima a tutti noi, ai nostri tormenti, alle nostre gioie e ai nostri dolori.

A dare verità a questa storia d’amore così particolare eppure così universale sono tre elementi, ovviamente correlati tra loro: lo stile registico, fatto di intensi primi piani che sembrano volersi avvicinare ai volti fino ad entrarvi, come volessero indagare DA DENTRO il sentire dei personaggi; la scrittura, capace di trovare la poesia nel quotidiano, senza mai cedere alla tentazione di andare sopra le righe con eventi tragici o accadimenti sensazionali; la bravura dei due interpreti principali (classe 1996 e 1998), semplicemente straordinari, due attori sensazionali ma anche naturalissimi, credibili, veri. Il tutto condito con un ingrediente che le serie tv odierne sembrano aver smarrito, forse perchè in un mondo di pistole e sangue non vende: la delicatezza. Che non è ruffianeria o mancanza di decisione, quanto piuttosto assenza di giudizio, rispetto per i personaggi e per le loro scelte, anche e soprattutto quando si rivelano sbagliate. Anche le molte scene erotiche sono trattate con questa delicatezza, ed è onorevole che, una volta tanto, il punto di vista attraverso cui mostrare il sesso sia più femminile che maschile, ben lontano insomma dall’erotismo patinato e maschiocentrico che va tanto di moda oggi (vedere alla voce Game of Thrones). Qualche passaggio dell’intreccio è forse un pò meccanico, e in qualche rara occasione si ha l’impressione che gli autori abbiano tirato per le lunghe per riempire in maniera coerente tutti e 12 gli episodi, ma questo non cambia il risultato finale, ovvero una serie praticamente perfetta.

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