La promessa dell’assassino

(Eastern Promises)

Regia di David Cronenberg

con Viggo Mortensen (Nikolai), Naomi Watts (Anna Khitrova), Vincent Cassel (Kirill), Armin Mueller-Stahl (Semyon), Sinéad Cusack (Helen), Donald Sumpter (Yuri), Jerzy Skolimowski (Stepan), Josef Altin (Ekrem), Mina E. Mina (Azim), Aleksandar Mikic (Soyka), Sarah-Jeanne Labrosse (Tatiana).

PAESE: USA, Canada, Gran Bretagna 2007
GENERE: Noir
DURATA: 100′

Londra, giorni nostri. Mentre cerca di scoprire l’identità di una giovane donna morta dando alla luce una bimba, l’ostetrica Anna è costretta a misurarsi con una famiglia di mafiosi russi e con il loro bizzarro autista Nikolai…

Scritto da Steven Knight, il diciannovesimo film di Cronenberg si ricollega in maniera consistente al suo diciottesimo, A History of Violence (2005), del quale riprende l’attore protagonista (un memorabile Mortensen, scelto anche perché poliglotta) e alcune riflessioni sulla morte, la famiglia, il delitto e la colpa. Lontano dagli eccessi stilistici degli esordi, Cronenberg viaggia in direzione di un classicismo formale alla Eastwood che contrappone all’essenzialità delle immagini una serie infinita di significati, anche e soprattutto simbolici, antropologici, sociali. Con Educazione siberiana di Salvatores, è probabilmente il film occidentale che meglio descrive la cultura (e il concetto di famiglia) della criminalità russa, quella che ama raccontarsi attraverso i tatuaggi e le cene conviviali, ma anche attraverso una violenza che, pur sopita, ci mette poco ad esplodere. “Gli schiavi mettono al mondo altri schiavi”, dice Nikolai ad Anna, come a sottolineare quanto sia ancora, comunque e sempre, questione di classe. In poche parole, bye bye sogno americano. Tra le molte scene che non si scordano citiamo almeno la violentissima lotta nella sauna, nella quale Mortensen ha accettato di recitare (e prenderle e darle) completamente nudo. Bella fotografia di Peter Suschitzky. Titolo italiano senza senso. Non siamo ai livelli di History, ma all’interno della filmografia (e della filosofia) di Cronenberg resta una tappa imprescindibile.

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