I senza nome

(Le cercle rouge)

Regia di Jean-Pierre Melville

con Alain Delon (Corey), Gian Maria Volontè (Vogel), Yves Montand (Jansen), Bourvil [André Bourvil] (commissario Mattei), Paul Crachet (il ricettatore), Paul Amiot (il capo della polizia), Pierre Collet (il secondino), Francois Périer (Santi), André Ekyan (Rico), Jean-Pierre Posier (l’assistente di Mattei).

PAESE: Francia, Italia 1970
GENERE: Noir
DURATA: 120′ (140′)

Dopo essersi incontrati in maniera fortuita, due banditi (uno appena uscito di prigione, l’altro fuggito durante un trasferimento) si uniscono a un terzo, ex poliziotto alcolizzato, per il colpo a una gioielleria. Sulle loro tracce si mette il commissario Mattei.

Penultimo film di Melville, anche sceneggiatore, che affermò di avervi inserito tutte le 19 situazioni possibili del cinema noir. Secondo molti – e anche secondo il regista – un vero e proprio film-testamento, in cui l’inventore del polar (noir-poliziesco francese) mette in pista tutti gli elementi tipici del suo cinema: c’è il rigido determinismo, l’elogio agli uomini con un codice d’onore (indipendentemente dallo schieramento cui appartengono), il racconto della solitudine, quello dell’amicizia virile. I venti minuti della rapina, totalmente muti, sono un pezzo di grande cinema nei quali Melville dichiara la sua poetica e si mostra, ancora una volta, tra i pochi registi europei di genere a credere nel potere delle sole immagini. Agile, scattante, senza un attimo di respiro nonostante un ritmo lento e tempi dilatati, è un film che ha ancora molto da insegnare. Ottimi Delon e Volontè (che recita in francese e si doppia da solo) ma memorabili Montand e Bourvil, il primo alle prese con uno dei personaggi più struggenti dell’intero cinema del regista, il secondo (all’ultimo film) nei panni di un ennesimo ispettore dai modi umani e leali, non a caso protagonista dell’ultima inquadratura, una delle più significative del film. Pèrier, l’attore che interpretava l’ispettore senza nome che indaga su Delon in Frank Costello faccia d’angelo, cambia schieramento e diventa un faccendiere della mala. Fotografia del solito, grande Henri Decae. La versione italiana manca di ben 20′, assenti purtroppo anche nella versione DVD. Il titolo originale si riferisce ad una frase di Buddha sul destino. Da vedere.

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