È solo la fine del mondo

(Juste la fin du monde)

Regia di Xavier Dolan

con Gaspard Ulliel (Louis-Jean Knipper), Vincent Cassel (Antoine Knipper), Marion Cotillard (Catherine), Nathalie Baye (Martine), Léa Seydoux (Suzanne Knipper), Antoine Desrochers (Pierre Jolicoeur).

PAESE: Canada, Francia 2016
GENERE: Drammatico
DURATA: 97′

Drammaturgo di fama, Louis torna a casa dopo dodici anni di assenza per comunicare alla sua famiglia – la madre Martine, la giovane sorella Suzanne, l’iroso fratello maggiore Antoine e l’insicura cognata Catherine – di avere pochi mesi di vita. Mentre aspetta il momento giusto per dar loro la tragica notizia, riaffiorano dissapori sopiti da tempo…

Sesto film del canadese Dolan, che adatta per lo schermo l’omonima pièce teatrale di Jean-Luc Lagarce. Un dramma da camera autobiografico e tutto ambientato in interni che racconta la difficoltà delle relazioni interpersonali nel microcosmo di una famiglia come tante. Louis è un morto che cammina tra i vivi, ma alla fine della storia sembra l’unico vivo in un mondo di morti: anche se alla fine sente di dover tornare per salutare i suoi cari, fuggire gli ha fatto bene. I suoi parenti sono ancora insicuri, nevrotici, e se si esclude la giovane sorella della Seydoux, incapaci di ascoltare gli altri perché troppo impegnati ad ascoltare sé stessi. Ancora una volta il tema dell’omosessualità è raccontato in maniera originale, non perno ma presenza silenziosa. Film d’attori (tutti bravissimi), di dialoghi (per nulla convenzionali) e di regia, che va avanti coi primi e primissimi piani riuscendo a raccontare, attraverso la vicinanza estrema, le psicologie dei personaggi. A volte il flusso del racconto si inceppa e sfocia qua e là nella ripetitività, ma è un buon film. Sconsolato, privo di catarsi, ma non senza speranza: memorabile, nella sua semplicità simbolica, l’inquadratura finale con l’uccellino. Funzionale colonna sonora che mescola brani originali di Gabriel Yared con canzoni di Moby, Blink 182, Haiducii (quella di Dragostea Din Tei, celebre anche in Italia). Tre premi César: regia, montaggio (sempre curato da Dolan) e attore protagonista (Ulliel, meraviglioso). Da vedere.

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