La sottile linea rossa

(The Thin Red Line)

Regia di Terrence Malick

con Sean Penn (Welsh), Jim Caviezel (Witt), Adrien Brody (Fyfe), Elias Koteas (Staros), Ben Chaplin (Bell), Nick Nolte (Tall), John Cusack (Gaff), Dash Mihok (Doll), Woody Harrelson (Keck), John Savage (Cron), John C. Reilly (Storm), Thomas Jane (Ash), Nick Stahl (Beade), John Travolta (Quintard), George Clooney (Bosche), Jared Leto (Wythe), Tim Blake Nelson (Tills).

PAESE: USA 1998
GENERE: Guerra
DURATA: 170′

Isola di Guadalcanal (sud del Pacifico), 1942. La compagnia di fucilieri Charlie deve espugnare una collina controllata dai giapponesi. Quando il coscienzioso capitano Staros rifiuta l’attacco frontale perché lo considera un gesto suicida, l’ambizioso colonnello Tall lo solleva dal comando sostituendolo con un incompetente che non esita a rischiare la vita dei propri uomini…

Dal romanzo di James Jones, già portato al cinema nel 1964 da Andrew Marton, il terzo film di Malick – 25 anni dopo il secondo, I giorni del cielo – è un war movie atipico che racconta la guerra non da un punto di vista sociale, politico, storico, bensì filosofico: perchè la guerra? Perché l’uomo rinuncia alla bellezza che è propria della natura (e dunque anche di sé) per fare una cosa orribile come uccidere i propri simili? Senza retorica, senza clichè sull’eroismo, Malick firma un poema visivo di rara efficacia, in cui l’azione è inframezzata da flashback che raccontano la vita e i ricordi dei soldati e le emozioni sono raccontate dalle voci interiori dei protagonisti. La macchina da presa fiata loro sul collo, striscia accanto a loro nell’erba, si muove sinuosa cercando di comprenderli a fondo. Film corale ma profondamente intimista, panteista nel continuo racconto di una natura tanto maestosa quanto indifferente, pacifista in senso non ideologico nel definire la guerra come un atto contro natura. Per quaranta minuti non si sente uno sparo, per cento non si vede il volto di un nemico. Cast stellare cui Malick nega qualsiasi connotazione divistica: anzi, spesso gli attori più noti – Clooney, Travolta, Harrelson – sono relegati a piccole parti. Le sei ore del montaggio iniziale vennero ridotte alle tre definitive tagliando parecchi passi, e a farne le spese furono attori del calibro di Mickey Rourke, Bill Pullman, Viggo Mortensen, Gary Oldman e Martin Sheen, totalmente assenti dalla versione definitiva. Fotografia di John Toll, musiche di Hans Zimmer. Il titolo è preso in prestito dal poema Tommy di Rudyard Kipling. Doveroso, per capire quanto uno stesso evento possa essere raccontato in maniera differente, il confronto con Salvate il soldato Ryan, uscito lo stesso anno. Imperdibile.

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