La ballata di Buster Scruggs

(The Ballad of Buster Scruggs)

Regia di Joel ed Ethan Coen

con Tim Blake Nelson (Buster Scruggs), James Franco (il cowboy), Stephen Root (il banchiere), Liam Neeson (l’impresario), Harry Melling (l’artista), Tom Waits (il cercatore d’oro), Zoe Kazan (Alice Longabaugh), Bill Heck (Billy Knapp), Grainger Hines (Mr. Arthur), Tyne Daly (la signora), Brendan Gleeson (l’irlandese), Jonjo O’Neill (l’inglese), Saul Rubinek (il francese), Chelcie Ross (il trapper).

PAESE: USA 2018
GENERE: Western
DURATA: 118′

Sei episodi ambientati nel far west e contenuti nell’immaginaria raccolta La ballata di Buster Scruggs e altri racconti. In The Ballad of Buster Scruggs un pistolero con indiscusse doti canore affronta, battendoli, diversi avversari, ma trova qualcuno più abile di lui sia con la voce che con la pistola; in Near Algodones un rapinatore riesce a salvarsi fortunosamente dalla forca, ma finisce subito in un guaio peggiore; in Meal Ticket un attore privo di arti e il suo impresario faticano a sbarcare il lunario; in All Gold Canyon un cercatore d’oro trova faticosamente un filone aureo ma viene aggredito da un giovane cowboy deciso a soffiargli gli affari; in The Gal Who Got Rattled una giovane donna in cerca di fortuna si affeziona al mandriano che scorta la sua carovana; in The Mortal Remains cinque personaggi viaggiano su una diligenza verso una destinazione misteriosa.

Inizialmente concepito come una serie televisiva in sei episodi prodotta da Annapurna Television e distribuita da Netflix, il progetto dei fratelli Coen di trasporre su schermo una serie di storielle western da loro scritte nell’arco degli ultimi venticinque anni è diventato un lungometraggio diviso in sei episodi. I migliori sono probabilmente il terzo (un’amara riflessione sullo spettacolo che rimanda a Freaks di Tod Browning), il quarto (parabola sul mito del selfmademan che racconta in maniera poetica la maestosa indifferenza della natura rispetto alle beghe degli uomini) e il quinto (apologo sulla violenza e la precarietà della vita nel West). Il primo e il secondo sono frivoli ma godibili, il sesto è una grottesca e inquietante riflessione sulla morte, peraltro fil rouge di tutti e sei gli episodi (ma non è forse una presenza fissa di tutto il cinema dei Coen?). Il tutto raccontato da un punto di vista inedito, decisamente coeaniano nei dialoghi, nei personaggi, nelle situazioni sull’orlo dell’assurdo, nella mescolanza di ironia e tragicità, tenerezza e cinismo. Opera imperfetta? Può darsi, ma anche personale e coraggiosa, soprattutto perchè cerca di dire qualcosa di nuovo su storie raccontate centinaia e centinaia di volte. Ottime le musiche del fidato Carter Burwell. Dopo la partecipazione alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia è apparso fugacemente nelle sale USA per poi sbarcare direttamente su Netflix.

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