Amadeus

(Amadeus)

Regia di Milos Forman

con Tom Hulce (Wolfgang Amadeus Mozart), F. Murray Abraham (Antonio Salieri), Elizabeth Berridge (Constanze Weber), Simon Callow (Emanuel Schikander), Roy Dotrice (Leopold Mozart), Jeffrey Jones (Imperatore Giuseppe II), Nicholas Kepros (Arcivescovo Colloredo), Christina Ebersole (Katherina Cavalieri), Cynthia Nixon (Lorl).

PAESE: USA 1984
GENERE: Drammatico biografico
DURATA: 160′ (180′)

Vienna, 1823. Dopo aver tentato il suicidio tagliandosi la gola, l’anziano compositore Antonio Salieri racconta a un prete il suo rapporto con il grande Wolfgang Amadeus Mozart, del quale fu così invidioso da arrivare addirittura a progettarne l’omicidio…

Dall’opera teatrale (1979) di Peter Shaffer, a sua volta modellata sulla tesi – prettamente letteraria, del tutto infondata nella realtà – secondo cui Salieri fu segreto (e invidioso) antagonista di Mozart, tesi sostenuta per la prima volta dal russo Aleksandr Sergeevic Puskin in un’opera teatrale del 1830 dal titolo Mozart e Salieri. Nonostante la comprovata falsità dell’assunto di partenza, il quinto film americano del ceco Forman è una delle più memorabili riflessioni sulla differenza tra buon mestiere e genialità, e sull’invidia che il mestierante, suo malgrado, è costretto a provare per il genio. L’inedito punto di vista è quello di Salieri, invidioso non tanto della bravura di Mozart quanto del fatto che Dio abbia scelto di dare proprio a lui – sguaiato, infantile, viziato, inconcludente – un enorme talento che a suo dire non meritava. Il film non manca, soprattutto nell’ultima ora, degli stereotipi tipici del film biografico, ma qualsiasi difetto narrativo è riscattato dalla potenza evocativa delle immagini (il direttore della fotografia Miroslav Ondricek lavorò quasi soltanto con luci naturali, impresa tentata prima soltanto da Kubrick col suo Barry Lyndon), dalla musicalità del montaggio, dalla regia elegante ed inventiva di Forman, dalle interpretazioni dei due attori di testa. Vinse ben otto premi Oscar: film, regia, attore protagonista (Abraham, categoria per la quale era candidato anche Hulce), sceneggiatura non originale (Shaffer), costumi, scenografia, trucco e sonoro. Nel 2002 ne è uscita una doverosa versione Director’s Cut con 20′ inediti in cui (finalmente) si spiegano i motivi dell’odio di Constanze verso Salieri e l’odio di Mozart verso la lingua italiana (unica lingua utilizzata dall’opera lirica fino a quel momento). Molti fan di Mozart criticarono il film per alcune audaci riletture della sua musica, mentre quelli (pochi) di Salieri storsero – giustamente – il naso per la figura che faceva il compositore veronese.

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