(The Big Chill)
Regia di Lawrence Kasdan
con Tom Berenger (Sam Weber), Glenn Close (Sarah Cooper), Jeff Goldblum (Michael Gold), William Hurt (Nick Carlton), Kevin Kline (Harold Cooper), Mary Kay Place (Meg Jones), Meg Tilly (Chloe), JoBeth Williams (Karen Bowens), Don Galloway (Richard Bowens), James Gillis (Sacerdote), Ken Place (Peter, il poliziotto).
PAESE: USA 1983
GENERE: Drammatico
DURATA: 103′
Sette amici bianchi 35enni, oggi borghesi affermati ma figli del ’68, si ritrovano dopo quindici anni al funerale di un compagno morto suicida senza apparente motivo. Si parla, si litiga, si fa sesso, ci si interroga sulla contestazione e sul suo strascico. Vengono a galla attriti, tensioni, sbocciano storie.
Scritto dal regista con Barbara Benedek, un dramma corale allegro che riflette sulla disillusione di una generazione. Film sul sessantotto americano, sulla contestazione giovanile, su ciò che quel periodo ha – o NON ha – lasciato. Ruffiano, troppo parlato (Kasdan nasce sceneggiatore), ma ha il merito di non sputare sentenze, di non affogare in un banale sentimentalismo, di evitare le trappole da “operazione nostalgia”. Attori ottimi ben diretti, dialoghi scoppiettanti, e una malinconia di fondo che è lucidità di giudizio. È celebre anche perché doveva essere il film d’esordio di Kevin Costner: l’attore aveva recitato in alcuni flashback nei panni di Alex (il morto), ma Kasdan li eliminò dalla versione definitiva perché allentavano il ritmo. Il bimbo di Harold e Sarah che appare nelle prime inquadrature è interpretato dal piccolo Jon, figlio del regista. Colonna sonora dal forte impatto evocativo che propone Marvin Gaye, The Temptations, Aretha Franklyn, CCR, Beach Boys, Rolling Stones, James Brown e molti, moltissimi altri. Sullo stesso tema sarebbe interessante recuperare Return of the Secaucus Seven (1980) di John Sayles, inedito in Italia.
