The Help

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Regia di Tate Taylor

con Emma Stone (Eugenia “Skeeter” Phelan), Viola Davis (Aibileen Clark), Octavia Spencer (Minny Jackson), Bryce Dallas Howard (Hilly Holbrook), Jessica Chastain (Celia Foote), Mike Vogel (Johnny Foote), Allison Janney (Charlotte Phelan), Sissy Spacek (Signora Walters), Chris Lowell (Stuart Whitworth), Ahna O’Reilly (Elizabeth Leefolt).

PAESE: USA 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 146’

Jackson, Mississippi, prima metà degli anni ’50. Cameriera di colore accetta di raccontare a giovane studentessa bianca cosa significhi avere la pelle nera e vivere nello stato più razzista e bigotto d’America. È la prima ad insegnare molto alla seconda. Dopo diverse peripezie, il libro sarà un successo…

Tratta dal romanzo L’aiuto (2009) di Kathryn Stockett, sceneggiato dal regista, nato e cresciuto a Jackson, è una pregevole commedia drammatica (o forse sarebbe meglio dire dramma che fa anche ridere) ambientata nell’inquietante Mississippi degli anni ’50, in cui i neri avevano posti prestabiliti sugli autobus, non potevano utilizzare lo stesso bagno dei “padroni” e la loro vita veniva controllata da un libretto di regole durissime che ricordavano molto le leggi razziali di Mussolini. Con un cast a maggioranza femminile (i maschi, eccetto uno, fanno tappezzeria), Tate riflette sul razzismo in modo non nuovo ma interessante, almeno per quanto riguarda il punto di vista che propone: quello delle cameriere nere, impegnate a crescere i figli dei bianchi trascurando i propri e passibili di licenziamento per qualsiasi futile motivo. Il film è didascalico, didattico, eccessivamente superficiale (nel delineare chiaramente buoni e cattivi, ma anche nell’optare per un lieto fine in cui i buoni vincono e i cattivi vengono puniti), ma nonostante tutto avvince, è onorevole per l’impegno, e non trascura alcune riflessioni più profonde, come ad esempio quella sull’importanza salvifica del racconto e dell’arte in generale. Tate non è Spielberg (che girò sullo stesso argomento il bellissimo Il colore viola) e manca di stile, ma è aiutato dalla bravura delle interpreti, specialmente la Davis e la Spencer (premiata con l’Oscar) da una sceneggiatura abile nell’orchestrare i colpi di scena e da una o due trovate che non si dimenticano (come quella della torta). Un po’ troppo lungo, e nel finale si ingolfa, ma è un buon film. Grande successo in patria, mezzo flop in Europa.

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