Una piccola impresa meridionale

Regia di Rocco PapaleoLocandina

con Rocco Papaleo (don Costantino), Riccardo Scamarcio (Arturo), Barbora Bobulova (Magnolia), Sarah Felberbaum (Valbona), Claudia Potenza (Rosa Maria), Giuliana Lojodice (Mamma Stella), Giovanni Esposito (Raffaele), Giorgio Colangeli (Emanuele, il padre di Arturo), Giampiero Schiano (Gennaro detto Jennifer), Mela Esposito (Mela).

PAESE: Italia 2013
GENERE: Commedia
DURATA: 103′

Prete spretato, il povero don Costantino viene costretto dalla madre, che si vergogna di lui, a trasferirsi in un isolato e decaduto faro di proprietà della famiglia. In cerca di un po’ di pace, l’ex parroco si ritrova presto circondato da una serie di strambi personaggi: Arturo, cognato cornuto e musicista mancato; Magnolia, escort a fine carriera; Rosa Maria, sorella con difficile segreto “amoroso” a carico; Raffaele, titolare di una “piccola impresa meridionale” che dovrebbe rifare il tetto del faro ma che, in realtà, sembra non volersene andare più…

Non siamo i soli a pensare che Papaleo sia un artista che vale di più dei film che fa. Probabilmente l’ha capito anche lui, e infatti nel 2010 ha esordito con un film tutto suo, il pregevolissimo Basilicata coast to coast. Nel 2013 ci riprova, e il risultato è questa agrodolce commedia in odor di Monicelli, e non soltanto perché porta in scena una moderna armata Brancaleone o perchè il regista-attore esordì proprio in un suo film. Papaleo è probabilmente meno cinico e pessimista del “grande vecchio” (anche se la strepitosa sequenza del matrimonio suggerirebbe il contrario), ma lo ricorda per l’affetto e la tenerezza che nutre verso i suoi personaggi, teneri perdenti cui resta soltanto la propria dignità, e per la sobria intelligenza di scrittura che prende le distanze dal desolante panorama della commedia italica. Al suo secondo film, Papaleo è già a suo modo un autore: regia classica ma mai banale, divertenti parentesi oniriche o cantate (bellissima quella del funerale), minuziosa cura nella costruzione dei personaggi, luoghi (bellissimi, ripresi in Sardegna) che diventano spazi mentali, dialoghi realistici ma irresistibili, sapiente costruzione narrativa (come nel film precedente, il personaggio interpretato dal regista parte protagonista e pian piano lascia il posto ai comprimari, restando tuttavia il “collante” che tiene insieme tutti gli altri). Si parla di Sud, si parla di Italia, ci si commuove, si ride (molto) e ci si incazza. Attori strepitosi diretti benissimo. Colonna sonora azzeccata in cui spicca la bellissima Dove cadono i fulmini dell’esordiente Erica Mou. È uno di quei film felici in cui tutto funziona, un piccolo, grande esempio di ottimo cinema italiano. Assolutamente da non perdere.

3.5

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Una risposta a Una piccola impresa meridionale

  1. Ancora non l’ho visto.. ma essendo lucana non potrà non piacermi! 😉

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