Hostel

(Hostel)Locandina tedesca

Regia di Eli Roth

con Jay Hernandez (Paxton), Derek Richardson (Josh), Eythor Gudjonsson (Oli), Barbara Nedelijakova (Natalya), Jana Kaderabkova (Svetlana), Jennifer Lim (Kana), Keiko Seiko (Yuki), Lubomir Bukovy (Alex), Jana Havlickova (Vala), Takashi Miike (Miike Takashi), Paula Wild (Monique), Vladimir Silhavecky (Yuri), Vanessa Jungova (Saskia).

PAESE: USA 2005
GENERE: Horror
DURATA: 90’

Due giovani e stupidotti turisti americani arrivano ad Amsterdam in cerca di sesso facile. Finiscono invece vittime di un terrificante gioco di violenza, in cui ricchi uomini d’affari pagano per torturare ignari giovincelli in cerca d’avventure…

“Prima sesso e goliardia, poi torture e splatter” (Mereghetti). Scritto dal regista e sponsorizzato da Quentin Tarantino, è un brutto film dell’orrore senza stile e senza idee che aspira a diventare il nuovo Non aprite quella porta, ma che in realtà casca nel trucido più assoluto e barbaro. Esteticamente mediocre, eticamente ignobile: millanta di essere una parabola sulla violenza shock propinataci dai media, in realtà utilizza le stesse armi di ciò che condanna e inscena una violenza gratuita ed esasperata che è soltanto fine a se stessa. Il fatto che il regista Roth, anche sceneggiatore, abbia detto di essersi ispirato un po’ ad Abu Grahib e un po’ alle esecuzioni islamiche rivela una confusione di fondo piuttosto allarmante. Giusta l’indignazione del governo slovacco: il paese è rappresentato come un calderone di decadimento morale, depravazione e miseria che pare uscito da un cinegiornale americano sui paesi dell’Est concepito in piena guerra fredda. Sui critici che vi hanno letto una metafora del popolo americano – che passa con nonchalance da vittima a carnefice – caliamo un velo pietoso. Il regista Takashi Miike, che aveva girato un film dalla storia analoga, Audition (1999) appare nel ruolo di un perfido torturatore. Attori di inarrivabile cagneria, contributi tecnici manieristi. In Dvd ne è uscita una versione senza tagli (!).

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