L’uomo dell’anno

(Man of the Year)

Regia di Barry Levinson

con Robin Williams (Tom Dobbs), Christopher Walken (Jack Menken), Laura Linney (Eleanor Green), Lewis Black (Eddie Langston), Jeff Goldblum (Alan Stewart), David Alpay (Danny), Doug Murray (mathias), Rick Roberts (Hemmings), David Ferry (senatore Mills), David Nichols (Presidente Kellogg), Karen Hines (Alison McAndrews), Faith Daniels (moderatore).

PAESE: USA 2006
GENERE: Commedia
DURATA: 115’

Tom Dobbs, sboccato e irriverente comico televisivo, accetta quasi per gioco di candidarsi come indipendente alla presidenza degli Stati Uniti. Incredibilmente, batte i due avversari (uno democratico e uno repubblicano) e vince. Ma un’impiegata dell’azienda informatica incaricata di conteggiare i voti scopre un errore di sistema che ha stravolto l’esito delle elezioni, e lo dice al neo presidente. Che farà lui?

Attraverso l’ascesa di questo Beppe Grillo americano (ben più simpatico del Grillo odierno) il democratico Levinson, anche sceneggiatore, mette alla berlina l’imbalsamato parlamento americano e si pone la più arcaica delle domande politiche: è giusto raccontare una menzogna al popolo a fin di bene? In fin dei conti, Dobbs si dimostra un ottimo presidente, e il cattivo Goldblum afferma che “l’illusione di legittimità è più importante della legittimità stessa”. La prima parte del film, pur immersa in un qualunquismo quasi fastidioso (“sono tutti uguali”) e approntata ad una satira un po’ troppo cauta (Dobbs promette un sistema sanitario “migliore”, non pubblico), è la migliore e la più divertente. La seconda, che spazia dal thriller d’inseguimento al melò zuccheroso, perde qualche punto in compattezza e originalità. Il finale lieto è un elogio fin troppo spassionato alla trasparenza democratica, ma non è poi così ingenuo come tanti critici hanno affermato. Se trovasse il coraggio di osare di più, Levinson sarebbe probabilmente un regista migliore, ma il suo non è affatto un brutto film. Williams tenuto – relativamente – a freno centra un altro personaggissimo da applausi, ma l’intero cast è azzeccato: oltre ai bravissimi Walken e Linney, si fa notare lo sceneggiatore e produttore televisivo Lewis Black. Nei dialoghi c’è un riferimento all’esperienza politica della nostra Cicciolina (!).

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