La leggenda degli uomini straordinari

(The league of extraordinary gentleman)

Regia di Stephen Norrington

con Sean Connery (Allan Quatermain), Richard Roxburg (Professor Moriarty), Naseeruddin Shah (Capitano Nemo), Peta Wilson (Mina Harker), Tony Curran (l’uomo invisibile), Stuart Townsend (Dorian Gray), Shane West (Tom Sawyer), Jason Flemyng (Dottor Henry Jekyll), Terry O’Neill (Ismaele), Max Ryan (Dante), David Hemmings (Nigel).

PAESE: Germania, USA, GB, Rep. Ceca, 2003
GENERE: Fantastico
DURATA: 110’

1899. A Londra un avido criminale detto Il fantasma (che in realtà è Moriarty, accerimo storico nemico di Sherlock Holmes) tenta di conquistare il mondo. L’avventuriero Allan Quatermain è costretto a lasciare l’amata Africa per fermarlo. A lui il comando di una squadra di dritti che conta il Capitano Nemo, Mina Harker (l’amata di Dracula), Dorian Gray, l’uomo invisibile, Tom Sawyer e il dottor Jekyll.

Alla base del quarto film del tonitruante Norrington c’è un bel fumetto di Alan Moore, dal titolo La lega degli straordinari gentlemen: un affascinante connubio di classico e moderno che chiama in causa con intelligenza ed ironia alcuni tra i più grandi personaggi della letteratura del XIX secolo. Il film di Norrington – secondo lungometraggio tratto da Moore dopo il bellissimo From Hell – riesce a sprecare tutte le cartucce scegliendo una sceneggiatura agghiacciante (di James Dale Robinson) che sfiora spesso il ridicolo involontario (il Nautilus a spasso per i canali veneziani, profondi al massimo due metri?). La contaminazione tra belle epoque e tecnologie rudimentali alla Miyazaki – che aveva reso grande la graphic novel – lascia il posto ad un imperante Kitsch bidimensionale: le scenografie sembrano quelle di una giostra di Disneyland, la messa in scena è piatta come lo spot pubblicitario di un detersivo. Non che strutturalmente il film sia migliore: anzi, prima di arrivare alla poco dignitosa sorpresa finale, la tentazione di ribattezzarlo La baracconata degli uomini straordinari si fa più forte. Ma c’è baracconata e baracconata: questa, purtroppo, non ha un minimo di fascino o di ragion d’essere. Ne tantomeno di ironia. La regia di Norrington è sobria come il palco di un night club, e non è nemmeno in grado di coordinare con un po’ di grazia i numerosi effetti digitali (per la verità un po’ poverini). Connery sciatto e visibilmente annoiato. L’unica cosa buona di questo film è l’idea di partenza, che comunque non appartiene né a Norrington né a Robinson. Rispetto al fumetto vengono aggiunti due personaggi (Dorian Gray e Tom Sawyer), tanto per allungare il brodo. Un film perdibile, che piacerà poco pure ai più piccoli perché prolisso.

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