Resident Evil: Extinction

(Resident Evil: Extinction)

Regia di Russell Mulcahy

con Milla Jovovich (Alice), Oded Fehr (Carlos Olivera), Ali Larter (Claire Redfield), Iain Glein (Dottor Isaacs/ Tyrant), Mike Epps (L. J.), Spencer Locke (K-Mart), Ashanti Douglas (Betty), Gary Hudson (Capitano della Umbrella), Linden Ashby (Chase), Jason O’Mara (Albert Wesker).

PAESE: GB, USA, Australia 2007
GENERE: Fantascienza
DURATA: 95′

Cinque anni dopo l’esplosione di Racoon City per mano della Umbrella Corporation, la sopravvissuta Alice – ora dotata di poteri paranormali – ritrova alcuni vecchi compagni di viaggio e decide di partire con loro per l’Alaska, l’unica terra che l’epidemia dovrebbe aver risparmiato. Ma il dottor Isaacs, che aveva sperimentato su di lei massicce dosi del virus, è diventato un mostro capace (forse) di batterla…

Terzo capitolo della saga ideata da Paul W. S. Anderson (che qui scrive e produce), ormai completamente slegata dagli avvenimenti narrati nel videogame horror da cui è tratta. Anche questo film, come i precedenti, conserva comunque la struttura dei game: l’eroina affronta cattivi sempre più potenti fino al mostro finale. Tutto è già visto, tutto è in equilibrio precario tra la citazione e il plagio: Romero è, come al solito, quello che ne fa maggiormente le spese (specialmente il suo Day of the Dead), ma non si contano i rimandi alla saga di Mad Max, alle atmosfere craveniane de Le colline hanno gli occhi o alle suggestioni carpenteriane nel deserto di Vampires. Detto questo, la svolta di genere – dall’horror notturno al post apocalittico diurno – funziona, e il film appare subito meglio curato dei precedenti. C’è più azione, più violenza, più splatter, ma anche più ironia, i personaggi sono un po’ meno tagliati con l’accetta, qualche sequenza è ben fatta (l’attacco, inverosimile ma riuscito, dei corvi; l’arrivo in una Las Vegas “restituita al deserto”; il sacrificio di Carlos). Zero realismo, montagne di inverosimiglianze, ma il livello è quasi discreto. Mulcahy non si prende troppo sul serio, sa di girare un fumetto, e il film ci guadagna. Brava la Jovovich, ma non male anche i comprimari. Regia da videoclip ma talvolta funzionale, ritmo allegro, dinamismi iperbolici. Lungi dall’essere un bel film, resta comunque il migliore della serie.

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