Prima di Mezzanotte

(Midnight Run)

Regia di Martin Brest

con Robert De Niro (Jack Walsh), Charles Grodin (Jonathan Mardukas), Yaphet Kotto (Alonzo Mosley), John Ashton (Marvin Dorfler), Dennis Farina (Jimmy Serrano), Joe Pantoliano (Eddie Moscone), Richard Foronjy (Tony Darvo), Robert Miranda (Joey), Jack Kehoe (Jerry Geisler), Wendy Phillips (Gail), Danielle DuClos (Denise Walsh), Philip Baker Hall (Sidney).

PAESE: USA 1988
GENERE: Commedia
DURATA: 124′

Jack Walsh, ex poliziotto, sveglio ed onesto, accetta di ritrovare per un agenzia di cauzioni il mite ragioniere Jonathan Mardukas, accusato di aver fatto sparire 15 milioni di dollari da una multinazionale controllata dalla mafia. Una volta trovatolo, sarà difficile portarlo a destinazione, anche perché sia mafia che Fbi li tallonano da vicino…

Scritta da George Gallo e diretta dal regista di Beverly Hills Cop (1984), è un’arguta e brillante commedia poliziesca che può anche essere letta come un romanzo di formazione on the road. Attraversando mezza America inseguiti da chiunque, Jack si fa pian piano contagiare dalla pacatezza dell’intelligente ragioniere fino a quando non ne diventa amico. Il film ha dalla sua una formidabile e precisa sceneggiatura che, nonostante le due ore e passa di durata, non perde mai un colpo, ha un ritmo incalzante e, soprattutto, non abbandona mai una certa verosimiglianza nello sviluppo degli eventi. Brest dirige il traffico senza sussulti, ma gli vanno riconosciuti almeno due meriti non da poco: il primo è quello di non permettere mai al film di “addormentarsi”, di perdersi in una storia arzigogolata, il secondo è quello di saper equilibrare – alla perfezione, anche visivamente – due registri difficili da trattare come la commedia e il poliziesco. Aggiungendo, come in un cocktail riuscito, una spruzzata di noir  – nel personaggio del disincantato Jack – un po’ di action movie e una manciata di thriller d’inseguimento. Un plauso speciale ai due protagonisti di testa: raramente De Niro era stato così bravo e simpatico (uno dei pochi attori “del metodo” che accetta di mettersi in gioco come co- protagonista e abbandona il soliloquio), mentre Grodin afferma di essere un buon attore fin troppo sottovalutato. E, soprattutto, entrambi calzano a pennello i loro personaggi, ben delineati nelle loro psicologie e nei loro drammi personali. Ottimi anche i comprimari. Troppo in fretta è stato dimenticato dal pubblico: peccato, perché è un film brioso, divertente, leggero ma non frivolo, adatto a tutti, dotato di un ironia sana e intelligente. Spettacolari e ben coreografate le sequenze d’azione.

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